La spugna da cucina ospita più batteri del WC: quando cambiarla per una pulizia sicura

La spugna da cucina ospita più batteri del WC: quando cambiarla per una pulizia sicura

Franco Vallesi

Dicembre 26, 2025

Chiunque abbia una cucina sa: la spugna è uno strumento indispensabile, usato ogni giorno. Eppure, pochi immaginano che proprio lei – semplice e spesso trascurata – possa diventare un ricettacolo per germi e batteri. Tra acqua stagnante e pezzi di cibo residui, l’ambiente che si crea al suo interno è un invito per microrganismi potenzialmente pericolosi. Molti di noi, quando puliscono, se ne dimenticano oppure usano la spugna finché non appare rovinata, senza sanificarla adeguatamente o cambiarla in tempo. Ecco perché, guardandola bene, quella spugna tende a trasformarsi in un vero e proprio veicolo di contaminazioni, che finiscono per coinvolgere direttamente la salute di chi vive in casa.

Uno dei motivi principali? La sua capacità di trattenere umidità e materiale organico – condizioni perfette per la crescita di batteri come Escherichia coli. Anche se all’occhio sembra integra, una spugna utilizzata a lungo può nascondere più batteri di quanti ce ne siano nel WC – e non è uno scherzo, purtroppo. Un dettaglio, questo, spesso sfuggito in chi si occupa della pulizia quotidiana. Insomma, vale la pena riflettere sulle nostre abitudini in cucina: la pulizia regolare da sola non basta. Serve anche sapere quando è il momento di sostituire la spugna.

Perché la spugna da cucina è un ambiente ideale per i batteri

Il segreto sta nella combinazione tra la sua struttura porosa e l’umidità che non manca mai – oltre, ovviamente, ai piccoli detriti di cibo che rimangono intrappolati. Il risultato? Un vero habitat accogliente per batteri. Tra i più diffusi, Escherichia coli, legato spesso al contatto con carne cruda, e Moraxella osloensis, noto per quel classico odore poco piacevole che si sente quando la spugna è ormai vecchia. C’è chi, dalle parti di Milano o in altre grandi città, nota come nei mesi freddi – quando l’asciugatura è lenta – l’ambiente resti più umido, diventando una vera palestra per i batteri.

La spugna da cucina ospita più batteri del WC: quando cambiarla per una pulizia sicura
Una mano con guanto protettivo utilizza una spugna abrasiva per la pulizia, suggerendo norme igieniche nell’ambiente domestico. – alimentaribuongustaio.it

Il problema peggiora quando la spugna serve per pulire tante superfici senza una sanificazione come si deve: in meno di 48 ore, la quantità di batteri può crescere di centinaia di volte, senza esagerare. A questo punto, il rischio di contaminazione incrociata è molto alto. Pensa: il passaggio di microrganismi dai taglieri sporchi o dai piani di lavoro ad altre zone della cucina, che dovrebbero essere pulite. È uno dei principali motivi per cui molte infezioni alimentari si diffondono – proprio per un cattivo uso della pulizia domestica.

Quando e come sostituire la spugna per una cucina più sicura

Da qualche anno si parla molto di quanto tempo una spugna possa restare in uso prima di diventare un problema. Certi studi recenti dicono che usarla più di 7-10 giorni porta a una vera e propria accumulazione di batteri pericolosi. Anche se esteticamente la spugna potrebbe sembrare intatta, dentro è un’altra storia.

Le pratiche di sanificazione quotidiana sono un aiuto prezioso per tenere sotto controllo i germi. Il microonde, per esempio, messo in funzione per circa 60 secondi, oppure un passaggio ad alte temperature in lavastoviglie aiutano a ridurre significativamente la carica batterica. Rimedi casalinghi, come aceto o bicarbonato, spesso non riescono a eliminare tutto. Un altro aspetto, spesso trascurato, riguarda il modo in cui la spugna si asciuga: meglio strizzarla bene e lasciarla in verticale, possibilmente su un supporto forato, così resta meno umida, e i batteri hanno meno chance di proliferare.

Un metodo semplice ma efficace per evitare contaminazioni incrociate è dedicare spugne diverse a compiti distinti, magari usando un codice colore – in molte cucine, dai ristoranti alle case di famiglia, questa strategia è ormai consolidata. Non è solo un dettaglio: serve a tenere gli alimenti crudi lontani da superfici già pulite. E già qui vediamo un piccolo vantaggio per la salubrità dell’ambiente cucina.

Alternative e buone abitudini per migliorare la pulizia in cucina

Le spugne tradizionali – quelle in materiale sintetico – stanno lasciando il posto a modelli più sostenibili e facili da tenere puliti. Quelle in cellulosa rigenerata o in cotone intrecciato resistono meglio a lavaggi frequenti, tanto che possono passare in lavatrice a temperature sopra i 60 °C senza perdersi o rovinarsi. Così, si ottiene una pulizia più profonda e la spugna dura di più.

Un altro alleato? Lo spazzolino per stoviglie, che – grazie alla struttura meno porosa – si asciuga più in fretta e trattiene meno residui e batteri. Insomma, adottare una routine con sanificazioni regolari e cambi di strumenti periodici aiuta davvero a mantenere la cucina più sicura. Chi vive in città sa bene quanto sia delicato gestire queste abitudini: basta poco per fare la differenza e tenere la casa pulita sul serio.

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