Quando si parla di cenone di Capodanno nella ristorazione italiana di alto livello, si apre un ventaglio abbastanza ampio di scelte, sparse da nord a sud del Paese. Ville storiche, ristoranti con panorami che tolgono il fiato: ambienti che non sono solo decorazioni, ma parti vive di una serata da ricordare. Il motivo? Ognuno segue un percorso culinario, curato con attenzione maniacale, pensato proprio per accogliere il nuovo anno. I menu? Spesso composti da ingredienti scelti con cura e combinazioni originali. Diciamo pure che anche i palati più esigenti trovano pane per i loro denti.
C’è chi sostiene che cucina e atmosfera in molti locali italiani si fondano strettamente. Il dettaglio – non secondario per niente – sta nell’impegno per le luci, le decorazioni, la disposizione degli spazi. Raccontano una storia collegata al territorio e alle tradizioni, spesso antiche. E qui sarebbe curioso notare quanto il contesto possa davvero cambiare come si assapora un piatto, trasformando una cena in un’esperienza completa. Non è solo una mia opinione; sono gli addetti ai lavori a confermare che l’allestimento regala un senso di accoglienza e resta impresso nella memoria.
Da Aosta a Gorizia: tradizione e innovazione ai confini del nord Italia
A Aosta, proprio nel cuore della città, c’è Paolo Griffa. Ristorante con stella Michelin e storia che affonda le radici in Piazza Chanoux. Ecco un locale che non lascia nulla al caso: il suo menu – trasparente e ben spiegato – racconta ogni ingrediente, ogni tecnica, e sottolinea un legame profondo con il territorio. Per Capodanno, via libera a piatti come la terrina di fegato grasso proveniente da Mortara, un black cod accompagnato da caviale, e per chiudere un dolce al lampone accompagnato da una bollicina Ruinart rosé. Il punto? Valorizzare materie prime di qualità alta, con preparazioni di grande attenzione.

Verso Gorizia, L’Argine a Vencò rappresenta un’altra realtà interessante. La filosofia qui ruota intorno ai ritmi delle stagioni e all’uso di ortaggi insieme a piante selvatiche. La sala, con le sue ampie vetrate che si affacciano direttamente su orti e vigneti, crea un dialogo naturale con la cucina. La serata di Capodanno si anima con un percorso alla cieca di dieci portate, degustazione senza anticipazioni. Così si stimola la sorpresa e si coinvolgono tutti i sensi. Strano? No, è una pratica che si usa parecchio nei mesi freddi, momento in cui i sapori autentici danno il meglio di sé.
Milano e Piemonte: il gusto del mare e il richiamo del passato
Villa Crespi, esperienza a tre stelle Michelin, unisce la tradizione piemontese a influenze campane, il tutto ospitato in un edificio dallo stile unico ispirato al Medio Oriente. Il menu di Capodanno alterna sapori di mare, come scampi e calamaretti, a piatti della tradizione rivisitati – cito per esempio i plin di agnello e la cassoeula con lumache. Il risultato? Un gioco di sapori e consistenze che appaga anche i più esperti, ecco perché la location è perfetta per creare quell’atmosfera sospesa ideale per una festa.
Dalle parti di Milano, nel cuore pulsante della moda, Langosteria Montenapoleone punta su una proposta centrata su prodotti ittici di qualità elevata. Scampi siciliani crudi, risotto al gambero rosso con caviale: sono solo alcune delle portate principali. Situato in Palazzo Fendi, il ristorante unisce eleganza e freschezza, insistendo sull’eccellenza degli ingredienti. Chi conosce la città sa bene come la location e il servizio abbiano un peso enorme: ciò trasforma la cena in un’esperienza piena di significato, più di un semplice pasto.
Dal centro al Sud: atmosfere autentiche e radici territoriali
Tante città italiane a fare da sfondo a cucine dove tanto conta la precisione tecnica insieme alle radici tradizionali. Firenze e Roma sono esempi chiave. Nel Four Seasons Hotel di Firenze, Il Palagio propone un menu capace di esaltare i prodotti locali, in un’atmosfera arricchita da musica e intrattenimento. A Roma, sopra Trinità dei Monti, Imàgo regala una vista panoramica che si riflette nei piatti – come lasagnetta al nero di seppia e dentice al guazzetto, croccante in crosta di pane. È un’italianità concreta, che non si perde nei dettagli.
Scendendo verso la costiera campana, si nota un’attenzione grande alla purezza del gusto, specie al ristorante Volta del Fuenti. Qui la tradizione fa da guida, con ingredienti scelti come l’astice blu, cavolfiori e tartufi, proposti con naturalezza e senza fronzoli. Equilibrio tra innovazione e storia – una combinazione riuscita. Anche la Puglia offre spunti con Borgo Egnazia e il suo tema “Circo Pugliese”, atmosfera di festa e rinascita, menu complesso che include astice alla catalana e risotto al tartufo bianco.
Arrivando in Sicilia, a Marina di Ragusa, Vota Vota si fa notare per una cucina contemporanea ben ancorata alla tradizione, soprattutto con piatti di mare preparati con cura estrema per ingredienti e dettagli. Lo chef, con mano ferma, trova un equilibrio tra passato e novità – e colpisce anche chi segue con attenzione l’evoluzione gastronomica locale. A Catania, Coria si distingue per un’atmosfera coinvolgente, dove l’architettura barocca incontra gusti moderni. Piatti che raccontano le origini con uno sguardo sempre rivolto avanti.
Insomma, è chiaro come l’Italia festeggi il Capodanno anche con l’arte della cucina, scegliendo luoghi che stimolano i sensi, ma pure le aspettative di chi siede a tavola. Così si mettono in risalto qualità e valore dell’esperienza, elementi che attraggono ogni anno sempre più persone attente e curiose nel celebrare con gusto e consapevolezza.
