Cosa rischi davvero trattando male i surgelati: intossicazioni e gravi problemi in casa

Cosa rischi davvero trattando male i surgelati: intossicazioni e gravi problemi in casa

Franco Vallesi

Dicembre 7, 2025

In molte case italiane, i surgelati sono diventati indispensabili per gestire rapidamente i pasti giornalieri. Tuttavia, dietro all’apparente praticità di questi alimenti si nascondono potenziali rischi per la salute. L’uso scorretto o la cattiva conservazione possono trasformare un prodotto congelato in un veicolo pericoloso di contaminazioni batteriche, un fatto poco noto ma cruciale soprattutto per chi vuole garantire sicurezza sulle proprie tavole.

I rischi nascosti dietro la surgelazione

La surgelazione rappresenta un progresso tecnologico importante per la conservazione degli alimenti, in quanto consente di mantenere nutrienti e sapori per periodi più lunghi. Tuttavia, come spiegano gli esperti del settore, la sicurezza del cibo congelato dipende in modo decisivo dal mantenimento della catena del freddo. Qualsiasi interruzione o oscillazione nella temperatura può facilitare la crescita di batteri pericolosi come Listeria monocytogenesSalmonella, noti responsabili di gravi intossicazioni.

Cosa rischi davvero trattando male i surgelati: intossicazioni e gravi problemi in casa
Cosa rischi davvero trattando male i surgelati: intossicazioni e gravi problemi in casa – alimentaribuongustaio.it

È importante sottolineare come questi rischi spesso non si manifestino con evidenti segnali visivi. Un prodotto può sembrare intatto anche se ha subito uno scongelamento parziale seguito da un nuovo congelamento, una pratica comune ma fortemente sconsigliata. In particolare nel periodo invernale, quando la domanda di surgelati cresce e la distribuzione è più intensa, si osserva un aumento delle probabilità di esposizione a cibi potenzialmente contaminati.

Un errore frequente nelle abitazioni riguarda lo scongelamento rapido lasciando carne o pesce direttamente a temperatura ambiente. Questa abitudine, seppur diffusa, è una delle cause principali della proliferazione batterica domestica. Gli studi condotti dall’Università di Parma confermano che in meno di mezz’ora a temperatura ambiente i batteri possono raddoppiare, e il 78% degli alimenti lasciati scoperti supera i limiti di sicurezza indicati dalle norme europee. Questo significa che anche una breve esposizione fuori dal freezer può compromettere la sicurezza del prodotto, rendendo inefficace qualsiasi cottura successiva.

Cura e metodi per scongelare senza rischi

Per ridurre i pericoli legati allo scongelamento è essenziale affidarsi a tecniche raccomandate dai centri di igiene alimentare. Lo scongelamento in frigorifero è considerato il più sicuro, perché avviene lentamente e in modo uniforme, richiedendo tra 8 e 24 ore a seconda della quantità e del tipo di alimento. Chi necessita di tempi più rapidi può utilizzare il microonde, a patto che il cibo venga cotto immediatamente dopo. Un’alternativa è immergere gli alimenti in acqua fredda, purché sigillati e con acqua sostituita regolarmente, evitando così la proliferazione microbica.

Viceversa, evitare assolutamente pratiche rischiose come lo scongelamento sotto acqua calda o lasciando prodotti congelati direttamente sul piano di lavoro. Questi metodi accelerano il rischio di crescita batterica e sono espressamente sconsigliati dal Ministero della Salute.

Altro aspetto fondamentale riguarda i tempi di conservazione nel freezer domestico. Diversi alimenti presentano limiti precisi di durata per mantenere qualità e sicurezza: la carne rossa cruda si conserva fino a 8-10 mesi, il pollame e selvaggina fino a 6 mesi, mentre pesci magri come merluzzo o sogliola andrebbero consumati entro 4-6 mesi. Il pesce grasso ha una durata inferiore di 2-3 mesi. Le pietanze cotte e zuppe si mantengono da 1 a 3 mesi, mentre frutta e verdura tagliata possono restare stabili fino a 12 mesi.

La corretta temperatura del freezer, idealmente costante a -18 °C, è fondamentale per rallentare l’ossidazione e preservare la struttura degli alimenti. Lo sanno bene chi vive in aree urbane soggette a blackout frequenti, dove anche brevi interruzioni termiche possono mettere a rischio la sicurezza del cibo.

Dalla spesa alla tavola: il valore di ogni dettaglio

Non meno importante è la gestione degli alimenti durante il trasporto. Il lasso di tempo che intercorre tra l’acquisto e l’arrivo a casa, che mediamente dura circa 45 minuti, può essere sufficiente per far iniziare un processo di scongelamento parziale. In questo contesto, l’uso delle borse termiche aiuta ma non sempre basta: senza l’aggiunta di ghiaccio sintetico mantengono temperature adeguate solo per brevi periodi. Inoltre, semplici accorgimenti, come inserire i surgelati in fondo al carrello e ridurre le soste durante il tragitto, possono limitare i rischi in modo significativo.

La manutenzione del freezer è un altro elemento che influisce direttamente sulla capacità di conservazione stabile. Pulizia regolare e sbrinamento periodico sono pratiche necessarie per evitare il deterioramento delle prestazioni e prevenire alterazioni degli alimenti.

I dati raccolti da istituti come Istat e la rete SINABRA indicano che i batteri più frequentemente associati a intossicazioni derivanti da surgelati sono Bacillus cereus, Escherichia coli O157:H7 e Campylobacter jejuni. Questi microorganismi possono provocare sintomi quali febbre, diarrea intensa e, in alcuni casi, complicazioni più gravi come problemi renali, soprattutto tra soggetti vulnerabili come bambini e anziani.

L’apparente semplicità della conservazione domestica può facilmente portare a sottovalutare questi rischi. Considerando che oltre il 70% delle famiglie italiane utilizza regolarmente prodotti surgelati, adottare comportamenti responsabili e regole di igiene elementari diventa indispensabile per proteggere la salute pubblica.

Il vero equilibrio sta dunque nel bilanciare la comodità offerta dai surgelati con la consapevolezza dei limiti e dei rischi connessi. Come sottolinea anche l’Agenzia Italiana per la Sicurezza Alimentare, azioni semplici quali il controllo costante della temperatura, la scelta di metodi di scongelamento adeguati e il rispetto rigoroso delle scadenze possono fare la differenza. Questi gesti assicurano che il cibo conservato rimanga sicuro, evitando che una soluzione pratica possa diventare un problema concreto per la salute delle famiglie italiane.