Perché il tartufo ha un aroma pungente e suscita emozioni così diverse negli appassionati

Perché il tartufo ha un aroma pungente e suscita emozioni così diverse negli appassionati

Franco Vallesi

Dicembre 6, 2025

Ogni anno, nelle cucine italiane, il tartufo torna a far parlare di sé. L’aroma che sprigiona non lascia indifferenti: c’è chi lo considera un ingrediente di pregio e chi invece ne avverte un odore troppo forte o addirittura sgradevole. La realtà dietro questa divergenza di opinioni coinvolge elementi di chimica, biologia e genetica, aspetti spesso ignorati anche dai consumatori più curiosi. Per comprendere perché il tartufo possa suscitare reazioni così contrastanti, è necessario entrare nel dettaglio del suo profilo olfattivo e della percezione sensoriale.

Il profumo del tartufo e i composti che lo generano

Il tartufo è un fungo che cresce nel sottosuolo, conosciuto per la sua fragranza particolare, spesso descritta come un mix di muschio, terra, aglio e nocciole. Questa complessità si deve alle sostanze chimiche contenute nelle cellule del tubero, principalmente i composti volatili presenti nelle sacche di olio aromatico. Quando il tartufo viene tagliato o grattugiato, queste sacche si rompono, liberando un bouquet odoroso che può essere intenso e persistente.

Perché il tartufo ha un aroma pungente e suscita emozioni così diverse negli appassionati
Un tartufo nero intero e uno reciso mostrano la tipica texture e i disegni interni, con un coltello sulla tavola di legno. – alimentaribuongustaio.it

Tra le sostanze più influenti c’è il dimetilsolfuro, un composto a base di zolfo che conferisce al tartufo la sua nota pungente. È lo stesso elemento che si trova in alimenti come cipolle e cavoli, noto per l’odore simile al gas o alla terra umida. La concentrazione di zolfo nel tartufo è particolarmente elevata, motivo per cui l’aroma può risultare per alcuni eccessivo o addirittura sgradevole.

Nonostante ciò, è importante chiarire che anche i tartufi freschi e di alta qualità possono avere un profumo molto marcato, che non sempre è facile da apprezzare. Il deterioramento, invece, causa un peggioramento evidente dell’odore, diventando pungente e sgradevole, un segnale che indica la perdita di freschezza. Questo fenomeno è noto soprattutto nelle regioni settentrionali d’Italia, dove il tartufo è ampiamente utilizzato, e sottolinea come la corretta conservazione sia fondamentale per preservare le caratteristiche organolettiche del prodotto.

Il ruolo della genetica nella percezione dell’odore del tartufo

Oltre alla chimica, la genetica gioca un ruolo significativo nel modo in cui il tartufo viene percepito. Un fattore determinante è la presenza di androstenone, una sostanza steroidea che influisce sulla risposta olfattiva individuale. Studi scientifici indicano che la reazione a questo composto varia notevolmente tra le persone.

Circa un quarto della popolazione non avverte l’odore di androstenone, mentre per un’altra parte consistente è percepito come un odore sgradevole, con richiami a profumi di legno marcio o sudore. Solo una minoranza lo associa a un aroma piacevole, parte integrante dell’esperienza sensoriale del tartufo stesso. Questo spiega perché non sia solo una questione di preferenze culturali, ma anche un vero limite biologico quello che induce alcuni a rifiutare il tubero.

Chi vive in città e ha meno occasione di incontrare sapori e odori naturali, spesso fatica a riconoscere o apprezzare l’aroma del tartufo. Inoltre, la percezione olfattiva può essere influenzata dal tipo di tartufo e dal livello di maturazione, rendendo la fruizione di questo prodotto ancora più complessa e soggettiva.

Quando il tartufo puzza troppo: come affrontare il problema in cucina

Un profumo troppo forte non implica necessariamente dover rinunciare al tartufo. Chi si avvicina a questo ingrediente per la prima volta dovrebbe iniziare con quantità moderate, così da abituarsi gradualmente all’aroma senza esserne sopraffatto.

Abbinare il tartufo a ingredienti dal sapore neutro o cremoso, come formaggi delicati o patate, può aiutare a bilanciare l’intensità del suo odore, contenendo la sensazione pungente che talvolta lo accompagna. Esistono inoltre diverse varietà di tartufo, ognuna con un profilo aromatico distinto. Se un tipo non piace, provare un altro più delicato può cambiare l’esperienza di gusto.

Al di là del profumo, è il gusto particolare del tartufo a renderlo un ingrediente apprezzato, capace di arricchire piatti molto diversi, dagli antipasti ai dessert. In molte case italiane, resta un simbolo di cucina raffinata, dimostrando che il suo valore gastronomico supera la semplice percezione olfattiva, anche se non tutti ne condividono l’entusiasmo.